L'ARTE DEL BERE (introduzione )







Capire il vino non è complicato come in molti credono, anche se è un percorso lungo e dispendioso e reso scivoloso dall'ambiguo intreccio di percezioni personali e correnti collettive. Avere passione, una buona conoscenza e un portafoglio capiente aiuta, senza dubbio, ma il viaggio è davvero alla portata di tutti. Per iniziare questo percorso è utile tenere a mente che ci vogliono due "abilità" fondamentali che tutti possiedono: la vista e la memoria. Ogni volta che beviamo qualcosa il corpo e la mente interagiscono in simbiosi e la sensazione provata viene immagazzinata nella memoria. E' molto importante perché i ricordi risulteranno costituiti in parte da colori e profumi, sapori e consistenze, in parte da domande perennemente aperte le cui risposte vanno cercate senza ombra di dubbio fuori dal bicchiere. Sia ben chiaro, il Vino non è una cosa che si può "imparare", entrare nel mondo della degustazione in primis vuol dire sottoporsi a un ripetuto esercizio fisico e mentale, che è giovato da una base forte di partenza ma che comunque necessita di un allenamento scrupoloso e costante.
Da una parte bisogna ricordarsi un infinito patrimonio di nomi, numeri, luoghi dall'altra bisogna immagazzinare qualsiasi sentore o caratteristica ricevuta quando beviamo un bicchiere.

A questo punto sorge spontanea la domanda: perché decidiamo di dedicare attenzione a un qualcosa che per altri rappresenta un mero bene di consumo come tanti? 

A prescindere dalle finalità che ci muovono nel nostro viaggio, è il tipo di approccio a disegnare un'infinità di possibili tragitti. Come tutti quanti la prima fase è caratterizzata dalle istanze tecniche, con l'obiettivo di distinguere innanzitutto i vini enologicamente corretti da quelli attraversati in vario modo da difetti, che rappresentavano una buona parte del totale qualche decennio fa. A questa fase segue una fase incentrata nell'ambito sensoriale, infatti attraverso l'analisi sensoriale avviene la conoscenza e la classificazione di ciò che beviamo. La fase successiva è incentrata sulla degustazione pura, trascurando la parte emotiva e descrivendo il vino come farebbe un fisico che descrive l'urto tra due corpi. Entrano in gioco qui tutte le conoscenze sviluppate nelle precedenti fasi con l'aggiunta di conoscenze nell'ambito chimico-scientifiche. Sempre in questa fase aumentano gli spunti di carattere estetico e la descrizione sensoriale raggiunge i massimi livelli. Anche l'idea di un "Buon vino" cambia, infatti non basta che sia corretto e piacevole, ma deve raccontarci una storia che riguardi le sue origini e i suoi artefici.

Qualunque siano le finalità, l'assaggio consapevole passa attraverso una serie di meccanismi legati a processi di analisi sensoriale. Durante i primi approcci l'idea del Degustare è divisa in momenti percettivi e descrittivi distinti. Con il passare del tempo si raggiunge finalmente la maturità per unire questi momenti in un unico quadro di insieme e dare la nostra valutazione. Occorre ricordare che gli aspetti più belli e allo stesso tempo più complicati dell'assaggio sono legati prima di tutto all'infinito potenziale di diversità insito nel vino. Ogni vino è diverso, infatti ricordiamo che ogni vino proviene da uve, terreni, artefici e annate differenti e quando assaggiamo ci misuriamo con tutte queste variabili insieme che sono solo una piccola parte di quelle possibili. Ma c'è di più, infatti persino la stessa etichetta testata da due bottiglie differenti o in momenti diversi , può far registrare sensazioni non completamente sovrapponibili, e in qualche caso anche piuttosto divergenti. Bisogna anche considerare la grande fatica legata all'interpretazione di sensazioni non ancora presenti nella nostra memoria (come per esempio profumi di frutti, fiori o altro...) che rischiano di passare inosservate o di essere confuse con sensazioni simili, in quanto il cervello funziona per analogia.
E' questa, infatti, la causa maggiore che scoraggia l'individuo ad appassionarsi alla materia e a terminare il proprio percorso enoformativo, magari convincendosi che il "grande esperto" di vino è quella persona seria e composta che fa ruotare il bicchiere e sa elencare il più ampio numero di profumi e aggettivi. E non potrebbe esserci idea più sbagliata.

Se l'articolo ti è piaciuto seguici nel secondo articolo, ANALISI SENSORIALE.

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